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Cosa sono i 24 cfu per l’insegnamento? Tutti devono averli per diventare docenti? Come e dove si possono acquisire? Quanto costa farlo? Sono queste le domande principali che si pongono gli aspiranti docenti.
Il 10 agosto 2017 il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la ricerca ha emanato il cosiddetto “Decreto 24 CFU“, che disciplina in modo completo l’acquisizione dei crediti formativi necessari per l’insegnamento. Un tassello aggiuntivo e nuovo nel percorso che deve intraprendere chi vuole diventare insegnante. Questi crediti, infatti sono oggi sono un requisito indispensabile sia per inserirsi nelle graduatorie provinciali, sia per partecipare ai concorsi docenti 2020.
Di seguito abbiamo riassunto i punti chiave:
- cosa sono i 24cfu per docenti;
- a cosa servono, chi deve acquisirli e chi è esonerato;
- come fare per acquisire i 24 crediti;
- come certificare i crediti conseguiti;
- quanto costa conseguirli e quanto tempo ci vuole
Cosa sono i 24 CFU per l’insegnamento?
Con il D.Lgs. 59/2017 e il D.M. 616/2017 sono cambiate nuovamente le regole per il reclutamento degli insegnanti. Una delle novità principali è stata rappresentata proprio dall’introduzione dell’obbligo dei 24 CFU. Un titolo di laurea idoneo all’insegnamento, infatti, non è più un requisito sufficiente per poter entrare a scuola. Serve aver conseguito almeno 24 crediti formativi nei settori antropo-psico-pedagogici e nelle metodologie didattiche. Nello specifico, i settori scientifico disciplinari (SSD) in cui è necessario integrare la propria formazione sono:
- pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione;
- psicologia;
- antropologia;
- metodologie e tecnologie didattiche generali.
Consulta l’approfondimento del MIUR sui quattro SSD
La scelta del percorso formativo deve anche tenere conto di altri due elementi:
- i CFU devono essere acquisiti in almeno 3 dei 4 ambiti;
- per ogni ambito scelto devono essere certificati almeno 6 crediti.
La tabella dei 24 CFU
Tabella riassuntiva dei 24 cfu per insegnare
Chi deve conseguire i 24 crediti e a cosa servono?
Quindi, chiunque voglia intraprendere la professione di insegnante deve necessariamente possedere i 24 crediti formativi previsti dal Miur. Ci sono però delle lauree (ma anche Master di I e II livello, Dottorati, e Scuole di specializzazione) che, nel piano di studi, già prevedono tutti o alcuni degli insegnamenti richiesti. In questo caso, è sufficiente farseli riconoscere e certificare.
24 CFU, concorsi e graduatorie d’istituto: quando servono
Vista la loro centralità nel percorso per diventare docenti, i 24 CFU assumono particolare importanza quando si parla dei concorsi scuola 2020 e dell’aggiornamento e riapertura delle graduatorie di II e III fascia. Nel dettaglio:
- concorso straordinario scuola secondaria: i crediti sono necessari sia ai vincitori per l’immissione in ruolo, sia agli idonei non vincitori per poter conseguire l’abilitazione (potranno però essere acquisiti durante l’iter concorsuale, con modalità che saranno specificate dal bando;
- procedura straordinaria per l’abilitazione: i 24 CFU sono richiesti a coloro che superano la prova scritta, per poter ottenere l’abilitazione all’insegnamento;
- concorso ordinario scuola secondaria: i 24 CFU sono un requisito di accesso fondamentale (solo per i laureati, non per diplomati ITP);
- graduatorie d’istituto di III fascia: devono avere i crediti i laureati e i diplomati ITP che richiedono l’inserimento ex novo.
Sono, invece, sempre esonerati dal conseguire i 24 crediti i docenti abilitati.
24 cfu per diplomati ITP
Sulla questione dei 24 CFU richiesti anche ai diplomati ITP per poter accedere all’insegnamento è necessario fare chiarezza, soprattutto dopo le novità introdotte dal Decreto Scuola. Il testo approvato definitivamente dal Parlamento alla fine del 2019, infatti, impone il requisito dei 24 crediti formativi anche ai diplomati ITP, ma solo per l’inserimento nelle graduatorie di terza fascia, in occasione della riapertura nel 2020 (slittata però al 2021). Precedentemente, invece, per questa categoria di docenti era previsto un esonero fino all’anno scolastico 2024/2025. Tale esonero rimane in piedi, ma solo per la partecipazione ai concorsi, sia ordinario che straordinario.
Chi non deve conseguirli
Ad oggi, esistono solo due categorie a cui non è richiesto il conseguimento dei 24 cfu:
- i docenti abilitanti;
- i docenti che vogliono partecipare al concorso straordinario e possiedono almeno tre annualità di servizio (ma se non risultano vincitori e desiderano conseguire l’abilitazione, devono acquisirili, come detto sopra).
Leggi l’approfondimento sul Decreto Scuola
Come fare per acquisire i 24 cfu
Vediamo ora come si acquisiscono i 24 cfu, prestando particolare attenzione alla procedura, al costo e ai tempi. La tempistica è importante soprattutto per chi vuole prendere parte ai concorsi o approfittare della riapertura delle graduatorie di III fascia. In entrambe i casi, infatti, i crediti devono essere posseduti al momento della presentazione della domanda.
La procedura per i crediti formativi
Se si ha necessità di mettersi in regola con i crediti formativi utili ad insegnare, è necessario rivolgersi alle Università o agli enti AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica). Sono loro, infatti, gli unici autorizzati ad attivare corsi per il conseguimento dei 24 CFU, nei differenti settori scientifico disciplinari. Parte dei crediti può anche essere acquisita in modalità telematica, ma non oltre i 12 cfu. Infine, un percorso specifico è stato pensato per chi ancora non è laureato. A loro le università di appartenenza devono dare la possibilità di conseguire la certificazione gratuitamente, durante una finestra della durata di un semestre.
Quanto costano
Il Ministero dell’Istruzione ha fissato a 500 euro il tetto massimo di spesa per i corsi che consentono di conseguire i crediti formativi, con una riduzione progressiva della cifra quando gli iscritti hanno bisogno di un numero inferiore di cfu. Tale limite vale espressamente per le università pubbliche. Asnor, però, ha scelto di adeguarsi e di proporre un percorso formativo dedicato allo stesso prezzo.
Quanto tempo ci vuole
Visto che si tratta a tutti gli effetti di esami, il tempo necessario a conseguire i 24 cfu dipende dalla mole di studio necessaria e dai “tempi burocratici”, che possono variare a seconda dell’università o dell’ente a cui ci si rivolge.
Come certificare i crediti già posseduti
Come detto, alcuni percorsi di studi già prevedono, nel percorso di laurea, l’acquisizione dei 24 cfu nei settori indicati. In questi casi è possibile vederseli riconosciuti senza dover seguire nuovi corsi e sostenere ulteriori esami. importante, però, che i CFU già acquisiti siano certificati da un’istituzione universitaria o AFAM (l’ultima con cui ci si è formati), attraverso il rilascio della “Certificazione di conformità degli obiettivi formativi e contenuti didattici” (decreto 616/17). È importante sottolineare come la semplice corrispondenza dei settori disciplinari non implica l’automatico riconoscimento, perché materie e programma d’esame potrebbero essere differenti.